LA CONFRATERNITA DI S. MICHELE ARCANGELO

Esisteva a Trapani dal 1366 la Confraternita di San Michele Arcangelo.
Nel 1602 i sacerdoti Nicola Galluzzo e Giovanni Marquez istituiscono la Confraternita del Preziosissimo Sangue di Cristo, già fondata in Spagna intorno al 1450.
Dal titolo costitutivo "Societas Pretiosissimi Sanguinis Christi et Misteriorum" sembra di poter dedurre che in quei primi anni del 1600 si sarebbero potuti svolgere dei riti definibili come "Misteri".
Del resto siamo nel periodo di poco successivo al Concilio di Trento (1545-1563), dove sotto l'influenza spagnola e nel generale clima dell'Inquisizione si provò ad interpretare in modo autentico lo spirito della Controriforma favorendo, per esprimere il concetto della Passione di Gesù, la costruzione di gruppi statuari al posto delle rappresentazioni svolte da attori presso il sagrato delle chiese.
Fu la Confraternita del Preziosissimo Sangue che già da tempo usava celebrare la Passione con una cerimonia simile alle casazze genovesi, che nei primi anni del secolo XV provvide alla costruzione dei primi gruppi statuari, affidando tale incarico a valenti artisti trapanesi.
Dal 1539 al 1582 la Confraternita ebbe sede nell'edifico annesso alla chiesa di San Michele, sino a quando non dovette cedere, su decisone del Senato, tale edificio ai padri Gesuiti che erano giunti a Trapani nel 1561.
I "Bianchi" confrati di San Michele trovano ospitalità presso la chiesa di S. Spirito, dove aveva sede la Confraternita del Preziosissimo Sangue, detta dei "Rossi" e così nel 1592 inizia la collaborazione tra i due sodalizi.
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Il 21 gennaio 1643, con decreto del Cardinale Giovanni Domenico Spinola, vescovo di Mazara, la Confraternita di San Michele era stata trasformata in "Compagnia" nel tentativo di riportarla all'antico rigore dei suoi compiti istituzionali, in un momento storico che vedeva la degenerazione di molte Confraternite.
Il 26 febbraio 1646, con atto rogato dal Notaio Antonio Valentino, viene sancita la fusione dei due sodalizi nella Compagnia del Sangue Preziosissimo e del Divino Michele Arcangelo.
Il nuovo sodalizio assorbì i colori delle due precedenti confraternite, tale che esso avrebbe portato la casacca rossa ed il cappuccio bianco, l'emblema delle Cinque Piaghe sul petto, le scarpe rosse e lo stendardo con le scritte "S.P.Q.R." e "Quis ut Deus"; quest'ultima epigrafe era impressa nello scudo della statua in marmo di San Michele.

Tra gli scopi della Compagnia vi era quello della raccolta delle elemosine per le giovani orfane; si occupava altresì dell'esposizione del Santissimo Sacramento e organizzava la  processione di San Michele e quella del giorno di Pasqua.
Nel 1778, la Compagnia del Sangue Preziosissimo e del Divino Michele Arcangelo, subì una scissione ed un gruppo di confrati rifondò l'antica Società che rimase operante sino al 1803.
Relativamente ai "Misteri", la Confraternita organizzò le "Scinnute" sino al 1812, ma le difficoltà economiche costrinsero ad abbandonare tale incarico, così come era accaduto molti anni prima con la Processione del Venerdì Santo, dove essa dovette pian piano cedere alle Maestranze cittadine la cura e l'uscita dei gruppi, pur rimanendo proprietaria dei Sacri Gruppi che sono stati affidati ma non ceduti alle Maestranze.
Con il passare degli anni diminuì il peso della Confraternita e soltanto il 26 dicembre 1974 venne "rifondata" con l’approvazione del nuovo statuto da parte del vescovo Mons. Ricceri.
Da quell’anno riprese il suo posto alla testa della Processione, rinunciando all’emblema cucito sul petto che significava l’unione delle due confraternite, e al tempo stesso ripresero le dispute con le maestranze sulla proprietà dei gruppi.

Il Venerdì Santo del 1998 è stata l'ultima volta in cui la Confraternita di San Michele Arcangelo ha aperto la processione dei Misteri, in quanto per decisione di Mons. Francesco Miccichè, Vescovo di Trapani, essa è stata "congelata" ed in tale condizione si trova attualmente.

- Testo e foto tratti dal web. 
Esprimo il mio più doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico dott. Giovanni Cammareri per avermi concesso di pubblicare il suo materiale documentario sulla Settimana Santa di Trapani.