Opera di Giuseppe Milanti
Ceto dei Calzolai e Calzaturieri
Ponzio Pilato, non avendo trovato in Gesù colpa alcuna, lo presenta al popolo con le parole “ECCE HOMO!” e si dice disposto a liberarlo, secondo l’usanza che impone in occasione della Pasqua di mandare assolto un condannato. Nel volto del Preside romano si leggono ansia, turbamento e indecisione.
Dato in affidamento “all’ars cerdonum”, calzolai e ciabattini secondo l’atto di affidamento del notaio Melchiorre Castiglione del 31 Marzo 1622. Il mistere è opera di Giuseppe Milanti, che con parole del canonico Rosario Gregorio, “fiorì dopo la metà del secolo scorso e le sue opere più pregiate sono statue di marmo bianco, e ve ne hanno di legno e di stucco”. Nel marzo 1757 Baldassare Pisciotta ritoccò i tre personaggi del mistere “Ecce Homo”, soprattutto i “piedi delli Personaggi” e la vara, dove dipinse la scarpa simbolo dell’arte. Nel luglio dello stesso anno, l’orefice Giuseppe Piazza creò con maestria otto pezzi di spago d’argento legati in un’unica fune del valore di oltre 6 onze frammessa nei polsi di Gesù Cristo. Inoltre, in epoca del 1782 riscontriamo un elenco dei preziosi argentei, che da secoli abbellisce il mistere: la corona di spine, uno splendore, una canna, una catena, un anello con pietra falsa. Ricerca storica del contratto di concessione del Gruppo Sacro “Ecce Homo” rogato dal notaio Melchiorre Castiglione il 31 Marzo 1622 – A.S.T. è di Salvatore Gaspare Savona.
- Testo tratto dal sito della Unione Maestranze.
- Foto a cura del dott. Francesco Stanzione (1 marzo 2008).
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