Gruppo 19 - L' URNA - GESU' NEL SEPOLCRO


Opera di autore ignoto

Ceto dei Pastai

. Il corpo di Gesù è deposto in un bianco lenzuolo, sormontato da un'urna in stile barocco, cui sovrasta un globo con una croce. Quando i gruppi erano ancora collocati nella chiesa.-oratorio di San Michele, l'urna di Gesù Morto , detto anche " U' Signuri nu monumentu ", veniva visitata dai fedeli tutti i venerdì dell'anno. Anticamente era il clero stesso a portare sulle spalle il simulacro e successivamente tale compito venne svolto dalla Confraternita di S.Michele, infatti, con atto redatto dal notaio Xaverio Cognata, il 27 febbraio 1782, apprendiamo che il patriziato trapanese trasferiva il catafalco dell'Urna di Gesù Morto, unitamente alla statua dell’Addolorata ai governatori della Chiesa di San Michele. Quattro confrati, nel tradizionale sacco rosso e cappuccio bianco, conducevano a spalla la Sacra Urna e tutto il clero cittadino seguiva devotamente in processione. Si presume che intorno alla seconda metà dell'ottocento, a causa delle ingenti spese necessarie, la Confraternita dovette cedere alla categoria dei pastai il compito di organizzare la processione. L'atto notarile, tuttavia, non ancora stato trovato. Nei primi anni del '900 si sostituì l' Urna con una nuova composizione, in stile barocco e ricca di pregevoli intagliature lignee poste agli angoli dell'urna stessa. La statua del Cristo, da taluni attribuita alla scuola di Antonio Nolfo, faceva parte di una " Pietà " custodita nella chiesa dell'Immacolatella. Da un attento esame si è infatti osservato che il braccio del Cristo è stato attaccato successivamente a testimonianza che in origine la sua posizione era ben diversa e lo stesso rimaner disteso del Cristo non appare perfettamente parallelo al piano a riprova che quella statua era adagiata sulle gambe di Maria nella celebre raffigurazione della " Pietà ".



- Testo tratto dal sito della Unione Maestranze.
- Foto a cura del dott. Francesco Stanzione (1 marzo 2008).




Esprimo il mio più doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico dott. Giovanni Cammareri per avermi concesso di pubblicare il suo materiale documentario sulla Settimana Santa di Trapani.